L’Azienda Elettrica Ticinese ha preso conoscenza dell’ennesima interrogazione del partito dei Verdi focalizzata sulla partecipazione alla centrale termoelettrica di Lünen, accettata dalla popolazione ticinese in votazione popolare. AET risponderà all’interrogazione, riportando al Consiglio di Stato la propria posizione. AET segue con attenzione l’evoluzione della situazione in Germania, dove l’alta corte amministrativa di Münster ha richiesto la rielaborazione di una parte del rapporto di impatto ambientale, confermando che l’impianto soddisfa tutte le richieste in materia di immissioni e protezione dell’aria ed è conforme allo stato della tecnica. I dati economici forniti dai Verdi non aggiungono niente di nuovo. È risaputo che ogni investimento nella produzione di energia è pianificato su un arco temporale molto lungo e che durante i primi anni di vita di un impianto, i costi di produzione sono di regola sopra i prezzi di mercato. La valutazione dei Verdi di presunte perdite su un periodo di 20 anni, calcolate sui prezzi attuali, risulta essere una pura speculazione che non tiene conto delle situazioni cicliche dei mercati e della crisi economica mondiale che influenza in maniera importante anche i prezzi del mercato energetico. La graduale uscita dal nucleare in Germania (20% della produzione) e in Svizzera (40%) comporterà un importante ammanco di energia di banda che verrà solo parzialmente compensato dalle nuove energie rinnovabili e dall’aumento dell’efficienza energetica. Anche gli scenari energetici dell’Ufficio federale dell’energia prevedono in futuro un aumento dell’importazione di energia elettrica dall’estero. AET persegue l’obiettivo “2050 100% rinnovabile” e continua ad assicurare al Canton Ticino un approvvigionamento elettrico di qualità a condizioni di mercato. Per riuscirci dovrà anche in futuro far capo a forniture di base sicure (fra le quali Lünen) in attesa che il Cantone rientri in possesso della globalità delle proprie acque.
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