Lo scorso mese di giugno, ho concluso la conferenza stampa di presentazione dei risultati di AET prospettando un esercizio 2024 a tinte nere e con cifre in grassetto. Le abbondanti nevicate giunte sul finire dell’ultimo inverno, unitamente alle piogge che hanno marcato gran parte della primavera, promettevano di mettere fine a due anni di sofferenza, caratterizzati da una produzione idroelettrica del 30% inferiore alla media e risultati finanziari negativi. I fatti, per ora, confermano le previsioni: la produzione idroelettrica cantonale alla fine del terzo trimestre 2024 risultava in netta crescita rispetto agli anni precedenti e ben al di sopra delle medie pluriennali. Una situazione che si rifletterà positivamente anche sui conti. Il periodo che ci lasciamo alle spalle ha evidenziato le fragilità dell’attuale sistema elettrico svizzero e dimostra l’urgenza con la quale bisogna intervenire. Annate meteorologicamente al di fuori della norma e situazioni di instabilità geopolitiche mettono a repentaglio la stabilità e la sicurezza dell’approvvigionamento del nostro Paese. Oggi, più che in passato, necessitiamo di un sistema in grado di garantire riserve e flessibilità sufficienti ad affrontare situazioni eccezionali, che stanno in realtà diventando sempre più la norma. La nuova legge sull’energia, ce lo spiega il Direttore Pronini, fissa la tabella di marcia e rappresenta un passo avanti nella giusta direzione. Ora si deve passare alla pratica: politica, settore energetico, industria e privati cittadini devono coordinare i rispettivi sforzi, per costruire un futuro energeticamente solido, sicuro, ma soprattutto economico; senza illudersi che la fisica possa essere modificata con leggi e ordinanze. AET continuerà a fare la sua parte, guardando con fiducia al futuro. Giovanni Leonardi, Presidente del CdA AET
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