Lo “Studio generale per la rete ad altissima tensione” è maturato grazie alla collaborazione fra i principali attori coinvolti. Ci spieghi in poche parole in cosa consiste. Nel 2013 il Cantone Ticino ha creato un gruppo di lavoro con Swissgrid, l’Azienda Elettrica Ticinese (AET) e le Ferrovie federali svizzere (FFS) con lo scopo di coordinare le esigenze delle infrastrutture elettriche con lo sviluppo territoriale. Grazie a questa collaborazione è stata confermata l’esigenza del potenziamento delle linee in Leventina e Valle Maggia. Una volta in esercizio questi due collegamenti sarà possibile smantellare 60 km di linee ad altissima tensione quale frutto del lavoro fra i vari partner. Si tratta dunque di una pianificazione a medio-lungo termine, dove il Cantone indica le proprie esigenze territoriali, mentre Swissgrid, AET e FFS coordinano i propri progetti. Un esempio da estendere anche al resto della Confederazione? Certamente. Grazie a questo studio le esigenze degli attori coinvolti saranno considerate con largo anticipo. Questo permette di trovare sinergie. Il Ticino è stato in questo senso pioniere e altri cantoni sembrano essere interessati. Va sottolineato che l’iniziativa deve venire dai singoli cantoni e non da Swissgrid. L’obiettivo di fondo è ovviamente potenziare sull’intero territorio cantonale una rete efficiente e capillare. Cosa significa garantire oggi il fabbisogno energetico rispetto, ad esempio, a vent’anni fa? La rete di trasporto svizzera e ticinese necessita un ammodernamento. Basti pensare che due terzi di questa rete è stato costruito prima degli anni ’60. Le esigenze oggi sono cambiate, così come i consumi. Da un modello di produzione centralizzato (grandi centrali) in futuro si avrà sempre più un modello decentralizzato con le nuove rinnovabili (eolico, fotovoltaico): queste energie sono volatili e rappresentano una sfida maggiore per chi gestisce la rete di trasporto. Solo grazie a una rete moderna ed efficiente si potrà garantire la transizione energetica per perseguire gli obiettivi della Strategia energetica 2050 della Confederazione. Ecco perché i progetti di rete sono fondamentali. Oltre agli aspetti ambientali e lo sgravio di paesaggi, non va dimenticato che il potenziamento previsto delle linee in Valle Maggia permetterà di togliere le limitazioni alla produzione delle centrali derivanti dalla scarsa capacità di trasporto delle linee esistenti. Quali punti critici avete riscontrato dalle analisi sin qui eseguite in Alto Ticino? La collaborazione con AET, Cantone e FFS è sempre stata buona. Ovviamente ognuno ha le sue esigenze, i propri processi decisionali e vincoli legali. Concordare una sintesi di questi fattori è sicuramente una sfida, ma grazie al lavoro comune e alla fiducia reciproca è stato possibile trovare soluzioni fino a qualche anno fa impensabili. Nei momenti in cui una soluzione sembra difficile, il Cantone gioca un ruolo centrale moderando le riunioni e portando possibili soluzioni soddisfacenti per tutti. Il fatto che AET sia stata proprietaria della rete cantonale e che svolga la manutenzione di diverse linee facilita il compito e la comprensione reciproca. Un progetto strategico fondamentale, il vostro, che dovrebbe completarsi nel 2025. Strategico per la distribuzione dell’energia, ma anche per l’impatto sull’ambiente e sul territorio ticinese. La rete strategica 2025 di Swissgrid pone le basi per un’infrastruttura nazionale sicura e moderna. La rete elettrica nazionale svolge un ruolo fondamentale per la transizione energetica. Per restare in Ticino, oltre al potenziamento della rete è previsto lo smantellamento di diversi chilometri di linee che in futuro non saranno più necessarie, proprio grazie a questo potenziamento. Con grande vantaggio anche per il territorio. Con la Tappa 1 (Leventina e Valle Maggia) dello Studio è previsto lo smantellamento di oltre 60 km di linee ad altissima tensione. Il comparto analizzato dalla Tappa 2 va da Lavorgo a Magadino passando per la Riviera. Anche se lo studio non è ancora concluso, si stanno delineando soluzioni interessanti, quali lo spostamento di alcune linee e un parziale interramento in prossimità del Piano di Magadino. |