Sono passate ormai diverse settimane dai tuoi secondi giochi olimpici. Pur senza una medaglia, hai ottenuto degli ottimi risultati. Come valuti la tua prestazione, ora che hai potuto rifletterci a freddo? Sono soddisfatto della mia prestazione a Parigi. Per essere completamente soddisfatto, è mancata solo la medaglia. Tuttavia, ho raggiunto due finali, ho conquistato due diplomi e sono arrivato a un decimo di secondo dal podio nella mia disciplina preferita. Questo è lo sport, e nel complesso posso dire di aver ottenuto un risultato di cui posso fare tesoro. La forma fisica per arrivare in finale ad un’Olimpiade deve essere ottimale. Ma come ci si prepara a livello mentale per affrontare una competizione del genere? La preparazione mentale inizia mesi, se non anni, prima dell’evento. In una finale olimpica, tutti sono al massimo della forma fisica, quindi sono i dettagli a fare la differenza, e spesso questi dettagli si giocano nella mente. Lavoro con un mental coach da molti anni e insieme abbiamo simulato e analizzato questi scenari più volte. Ovviamente, non si può mai replicare perfettamente l’esperienza, ma ci si può allenare a raggiungere uno stato mentale in cui si è completamente concentrati e presenti. Questo stato è ripetibile anche durante le gare. Prima di lasciare la capitale francese, hai avuto modo di incontrare il più grande di tutti i tempi: Michael Phelps. In cosa ti ispira di più un campione del suo calibro? Quali consigli ti ha dato per il futuro? Phelps è davvero una leggenda vivente. Incontrarlo a Parigi è stato straordinario. Non abbiamo avuto molto tempo per parlare, quindi non ha potuto darmi particolari consigli, ma sono rimasto colpito dalla sua forma fisica e dalla sua semplicità e modestia. Sembrava ancora parte attiva della scena, ed è stato fantastico. Spero di avere l’opportunità di passare ancora del tempo con lui un giorno. Los Angeles 2028 è ancora lontana ma quattro anni passano in fretta. Ci stai già pensando? Quali sono i tuoi obiettivi a corto e lungo termine? Certo, ci sto già pensando, soprattutto ora che l’esperienza di Parigi è ancora così fresca. Sto riflettendo su come affrontare i prossimi quattro anni e su quali cambiamenti e miglioramenti apportare per nuotare ancora meglio a Los Angeles. Allo stesso tempo, è fondamentale non esagerare. È altrettanto importante che la mia mente e il mio corpo si prendano una pausa, elaborino ciò che ho vissuto e si ricarichino completamente. Prendersi del tempo è essenziale quanto prepararsi per le grandi competizioni. |